L'elicotterodi Milton
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Incombe
la deflazione, le inondazioni di liquidità monetaria non arrivano al
“cavallo” che non beve e non corre... Toccasana estremo:
l'elicottero di Milton Friedman, evangelista del monetarismo ed
ispiratore negli anni ottanta di Thatcher e Reagan, quando furono
poste le premesse della crisi attuale.
Sul
tema sono comparsi tre articoli sul “Corriere della Sera” di
lunedì 26 ottobre 2015.
Dalla
prima pagina Lucrezia Reichlin invoca «Un'iniziativa
dei governi per stimolare la ripresa»,
paventando, in caso di insuccesso, «una
crisi di legittimità democratica, con istituzioni guidate da manager
non eletti protagoniste loro malgrado della politica economica».
Loro malgrado?
Se
non sono manager son tecnici. Il presidente Napolitano catapultò il
podestà straniero (da Varese, via Bruxelles) a capo di un governo di
tecnici che fece sfracelli e se ne andò dopo aver dato pessima prova
di sé. Ora si scopre, dalle stesse colonne da cui Monti si
autopropose, che una simile soluzione equivarrebbe ad “una crisi
di legittimità democratica”! Infatti, i manager al governo
sono come i generali al governo. Gli uni vi giungono con un colpo di
Stato militare, gli altri sono “uomini della Provvidenza”
nominati, in casi di emergenza economica, da uomini delle istituzioni
in sintonia con le oligarchie finanziarie.
Quanto
al quadro emergenziale, Reichlin focalizza tre punti:
- «Alto indebitamento, inflazione vicina allo zero e investimenti anemici sono un cocktail preoccupante.»
- «Nonostante la retorica che esclude le svalutazioni competitive, la discussione sui tassi di cambio è divenuta sempre più esplicita tra i banchieri centrali. (…) In un mondo con circolazione libera dei capitali e tassi di cambio flessibili nessuna banca nazionale può agire in modo indipendente.» (L'eufemismo della “discussione esplicita” cela una furente guerra valutaria e commerciale, in cui ciascuno svaluta per favorire le proprie esportazioni.)
- Eurozona. «Se Draghi dovesse essere costretto a continuare acquisti massicci di titoli di Stato diventerebbe inevitabile cambiare le proporzioni nazionali degli acquisti che ora dipendono del Prodotto interno lordo del Paese e non dall'ammontare del debito pubblico.» Ovvero «la Bce sarà costretta ad acquistare in percentuale maggiore titoli di Stato di quei Paesi dove il mercato del debito pubblico è più grande, in particolare l'Italia.» Ciò porterebbe a delle divisioni. (Leggi: Angela non sarebbe affatto d'accordo!)
Poiché
il Quantitative easing di Mario Draghi non sta
risolvendo alcun problema, avremo, secondo la Reichlin, una
escalation delle azioni straordinarie delle banche centrali, a cui
deve corrispondere da subito un'azione decisa dei governi. Quale?
Sulla
stessa preoccupata falsariga scrivono, nell'inserto di Economia,
Danilo Taino e Marcello Minenna. Quest'ultimo registra il mancato
passaggio della liquidità emessa dalla Bce alla cosiddetta “economia
reale”, sicché il “cavallo” non beve. Le banche fanno da
tappo, perché paralizzate dalla marea di crediti inesigibili (in
Italia per circa 350 miliardi), dovendo rispettare i vincoli di
solidità patrimoniale imposti, a livello internazionale, dalle nuove
regole stabilite dopo il crack del 2008. Conclude: «Per
far ripartire la domanda aggregata i soldi devono arrivare a consumi
e investimenti.» Come? Magari bypassando le banche e lanciando
“banconote dagli elicotteri”. Conclusione a cui arriva anche
Taino, ma riferendosi direttamente a Milton Friedman, l'evangelista
del monetarismo: «È il cosiddetto
Helicopter Drop, denaro gettato sull'economia. Non
siamo a quel punto, così come non siamo in deflazione. È bene però
sapere che una soluzione monetarista estrema potrebbe esserci.»
Ma
non fu il monetarismo a gettarci nella situazione in cui, nostro
malgrado, siamo?
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