venerdì 30 gennaio 2015

"Destra" e "Sinistra"

Riccardo Bernini - gennaio 2015

Gramigna  Pianta infestante. Può essere usata a scopi terapeutici.

[Clicca sul titolo se vuoi scaricare l'articolo in formato PDF.]

Le tradizionali e convenzionali definizioni di area politica "destra" e "sinistra" sono in crisi, come lo sono i partiti e la forma partito. Disaffezione quotidiana ed astensionismo al momento del voto esprimono un crescente e radicale "non riconoscersi più". Per presentarsi e rappresentarsi come innovatrici, alle nuove formazioni politiche è d'obbligo dirsi o movimento o rete sociale o estranee e trasversali alle obsolete appartenenze.
So bene che andrebbero introdotte distinzioni, perché, pur essendo intimamente connesse, le parole e i significati poc'anzi evocati meriterebbero una trattazione analitica, separata. Bisognerebbe ripercorrere la storia dei significati e le loro metamorfosi, ponendoli nel relativo contesto reale. Per oggi, mi sottraggo al più gravoso compito e imbocco la via breve dell'attualità.
Syriza, la forza politica che ha recentemente vinto le elezioni greche, si è sempre detta di sinistra. Mancando di poco la maggioranza assoluta, a poche ore dal voto si è alleata con Anel, partito dei "greci indipendenti", nazionalisti di destra ed euroscettici, una costola del partito Nea Dimokratia del premier uscente Antonis Samaras. Chi sperava di diluire la retsina con l'acqua europeista del Fiume (questo significa To Potomi), compagine di centro-sinistra, è rimasto deluso. Il presepe non si è ricomposto in bell'ordine. Evidente lo spiazzamento.
Dietro a tutto questo c'è la fame e la povertà di un popolo, le sue vere sofferenze ed aspettative, riversate nelle urne contro un'Europa ancora una volta "pallida madre" di una figlia, la Grecia, tanto esaltata per i "valori" di cui fu portatrice, quanto osteggiata e impietosamente maltrattata nel suo vivere concreto.
E l'insorgenza di un Paese mediterraneo, periferico, ci coinvolge direttamente.
In questa occasione si è palesata tutta la confusione in cui versa la sinistra italiana presente in Parlamento. Fece dichiarazioni di fuoco contro la scelta di Grillo di associarsi all'Ukip di Nigel Farage per formare un gruppo nel Parlamento europeo, definendola una "epifania" (Vendola), un disvelamento della reale natura di M5S (dimmi con chi vai e ti dirò chi sei). Ora è colta "in contropiede", quando Tsipras va addirittura all'alleanza governativa con una formazione politica del tutto simile a quella di Farage. La questione non è di lana caprina, poiché chiama in causa la capacità di indirizzare le proprie scelte tattiche in base alle proprie priorità strategiche. Senza avere ben chiare queste ultime, le altre risulteranno occasionali seppure ideologicamente salvifiche.
Più in generale, dopo oltre trent'anni di europeismo economicista e monetarista, è venuto meno il costrutto sociale e politico della differenza tra destra e sinistra. Per una ragione semplice: i partiti delle alternanze europee a pendolo hanno praticato le medesime strategie liberiste. Spesso è toccato proprio alla sinistra mettere in atto la macelleria sociale alla quale la destra da sempre aspira. Il Jobs Act renziano ne è l'ultimo esempio.
Similmente è accaduto in occasione di innumerevoli scelte politiche internazionali, di guerra anziché di pace.
Ma la massima epifania resta racchiusa nella costruzione europea. La Grecia svela il fallimento della poliarchia continentale, nella quale "un governo misto di oligarchia e di plutocrazia"1 ha soverchiato la sovranità democratica territoriale dei popoli.
Se volessimo, nonostante tutto, ridare un senso alle parole, come definiremmo la scelta di Syriza di allearsi con Anel: di destra o di sinistra?
1Giulio Sapelli, Economia e Finanza, 27/01/2015 - www.ilsussidiario.net

Nessun commento:

Posta un commento