Riccardo Bernini - gennaio 2015
Messe a fuoco
Messe a fuoco
La ripresa statunitense
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Successi ed incognite della ripresa negli Stati Uniti. Tra Presidenza e Parlamento. Gli obiettivi del tandem Obama-Yellen. Dopo il Quantitative Easing.
Il tandem
Obama-Yellen
Secondo la comunicazione
prevalente si deve prendere atto di un fatto evidente e sostanziato
dai numeri: gli Stati Uniti sono in sostenuta ripresa e dimostrano
che superare la crisi si può.
Salgono
gli osanna al cielo e per la giornalista Rai a New York, Giovanna
Botteri, il Pil cresce semplicemente del 5%!1
Pertanto, il presidente Obama, forte
dei risultati ottenuti anche grazie al Quantitative
easing2
della Fed, completato per complessivi 4.800 miliardi di dollari [vedi
riquadro], con a capo
prima Ben Shalom Bernanke e poi, dal 3 febbraio 2014, Janet Louise
Yellen, prenderà
misure a favore della middle
class
nord-americana così fortemente penalizzata dalla crisi negli anni
appena trascorsi. Obama ha dichiarato: "L'ombra della crisi è
passata e lo stato del paese è forte", come dimostrano gli 11
milioni di posti di lavoro in più e i numeri-record di universitari
o di cittadini coperti dall'assicurazione medica.
Peccato,
sottolinea la stessa giornalista, che l'annuncio giunga tardivo
rispetto alle recenti elezioni di medio termine. Oramai in
maggioranza sia al Senato sia al Congresso, i repubblicani saranno in
grado di contrastare efficacemente i propositi presidenziali. Si
annuncia un braccio di ferro non solo tra due partiti ma anche tra
due poteri, la Presidenza e il Parlamento. La democrazia statunitense
è chiamata ancora una volta a mostrare tutta la sua vitalità.
Su
di essa, come in generale sulla necessità di contrappesi tra poteri
istituzionali, sembrano non avere dubbi anche coloro che sostengono i
patti tra Renzi e Berlusconi tesi a riformare lo Stato italiano in
direzione opposta.
Poiché
proprio dalla imitazione della politica del Quantitative
easing (Qe)
da parte della Bce di Mario Draghi, su cui ritornerò prossimamente,
si attendono importanti stimoli alla crescita europea ed italiana,
nonché la sperata ripresa economica, appare importante comprendere
meglio sia il Qe
sia la consistenza della ripresa USA.
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Il
programma di Quantitative Easing
"A
seguito della crisi economico-finanziaria del 2007, la Federal
Reserve ha da subito messo in atto le classiche misure monetarie
espansive,
abbassando
i tassi di interesse di riferimento del mercato monetario, che sono
passati da 5,25% a zero. Questa mossa non sembrò essere sufficiente
a tranquillizzare i mercati e a rilanciare l’economia. Per questo
motivo, a partire dalla fine del 2008, la Fed ha promosso misure non
convenzionali,
che
si sono concretizzate nell’acquisto titoli sui mercati secondari
(Quantitative Easing – QE, anche detto Large Scale Asset Purchase –
LSAP) (...). La banca centrale statunitense ha deciso di acquistare
titoli garantiti da ipoteche (Mortgage-backed securities, MBS) e
titoli pubblici (Treasuries).
Il
programma si è articolato in almeno quattro fasi distinte:
- Il QE1 è partito nel 2008 con l’acquisto di 100 miliardi di dollari di debito di imprese private con supporto governativo (quali Fannie Mae e Freddie Mac) e 500 miliardi di MBS; pochi mesi dopo, il programma è stato ampliato quantitativamente e qualitativamente, con l’acquisto di 300 miliardi di Treasuries a lungo termine. Il QE1 ha avuto termine all’inizio del 2010;
- Gli acquisti di titoli sono ripartiti nel novembre del 2010 (QE 2). Nel 2011, con l’operazione Twist, la banca centrale statunitense ha modificato la composizione del suo portafoglio, vendendo titoli a breve e acquistando titoli a lungo termine; l’obiettivo era quello di diminuire i tassi di interesse a lungo termine rispetto a quelli a breve.
- Nel settembre 2012 è stata approvata la terza ondata di acquisti (QE 3): a differenza di QE 1 e QE 2, la Fed non ha stabilito l’ammontare di titoli da comprare, ma il ritmo degli acquisti, pari a 40 miliardi di MBS al mese.
Dopo
pochi mesi la Fed ha deciso anche di acquistare Treasuries a lungo
termine pari a 45 miliardi al mese senza sterilizzazione (QE 4)."
[da
Stefano Corso, Un bilancio del Quantitative Easing della Fed,
3/06/2014. https://www.finriskalert.it/?p=1128]
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Dati
visti da vicino
Tutti
i dati macroeconomici sembrano confermare la tendenza positiva: dalla
crescita sostenuta del Prodotto interno lordo, dei consumi, degli
investimenti e profitti aziendali, delle stesse esportazioni, alla
riduzione della disoccupazione al di sotto della soglia del 6%,
all'inflazione minima e controllata, all'andamento di Borsa. [Vedi
riquadro.]
In
verità il volo dell'indice Dow Jones della borsa di New York oltre
"quota dei 18.000 punti" un primo momento di apprensione lo
crea. Ancora scottati dai crack finanziari che hanno dato il via ai
"sette anni di vacche magre", le performances
borsistiche non sono più viste con l'entusiasmo di un tempo.
Anche
altri risvolti inducono a calmare le eccitazioni. Visti da vicino i
dati mostrano molte contraddizioni. Il
tasso di partecipazione al lavoro degli americani è sceso al 62,7%,
il minimo dal 1978 (era il 66% nel 2008). Nelle
statistiche figurano solo i richiedenti lavoro non occupati. Sfuggono
al calcolo ufficiale:
-
i cosiddetti scoraggiati (2,3 milioni hanno di recente rinunciato a
cercare lavoro) e i "rifugiati" nella invalidità;
-
i
7 milioni di persone o in galera o ristrette nei movimenti;
-
i 6,8 milioni di lavoratori part-time (tra cui anche chi richiede un
lavoro a tempo pieno).3
Anche
la dinamica interna mostra contraddizioni, giacché aumentano i nuovi
posti o per le fasce molto basse o per quelle molto alte "
(...) tra il 2007 e il 2012 il numero dei manager del comparto
industriale è aumentato dei 387.000 unità, mentre quello degli
impiegati è diminuito di circa 2 milioni."4
Sarebbero i frutti non governati dei processi di automazione.
A
proposito delle disuguaglianze, si riscontrano due fenomeni: i salari
americani continuano ad essere molto più bassi di quelli tedeschi ed
aumentano poco più dell'inflazione; 400 persone più ricche
posseggono di più dei 180 milioni di più poveri.5
I consumi
sono cresciuti a causa dell'Obamacare medico e mostrano
qualche problema di tenuta per il futuro.
Alla
soddisfazione per l'aumento dei laureati fa da contraltare la
preoccupazione per l'alto livello del debito contratto dagli studenti
per accedere ai costosi studi universitari.6
Piuttosto
bassi sono considerati i livelli d'investimento che non potranno
avvalersi della spinta indotta da incrementi della spesa pubblica, in
particolare di quella militare. Se non ci saranno ripensamenti, la
contrazione dell'enorme budget della difesa proseguirà in futuro
sulla scia del calo dai 600.4 miliardi del 2013 ai 582 miliardi del
2014.
Borsa,
gas e petroli da shale,
occupazione
Sul
raddoppio dei valori di borsa, rispetto ad una crescita del debito
federale del 48%, già si sollevarono dubbi a fine 2013.7
A giugno del 2014 vengono segnalate tre bolle nascoste (immobiliare,
borsa di Wall Street e Social Media) e il rischio derivante dal Qe
che ha riempito la pancia della Fed di bond
(Treasuries,
buoni del tesoro) e di Mortgage-backed
security (titoli
garantiti da mutui) per 4.340,904 miliardi di dollari, quando a
settembre del 2008 erano "appena" 925,725 miliardi di
dollari.8
Accanto
alla straordinaria lievitazione dei valori di borsa, in direzione
della quale sembra essersi indirizzata gran parte della liquidità a
basso costo garantita dal Qe, occorre prestare un'attenzione
particolare all'autonomia energetica americana derivante da shale
gas and oil.9
In
tempi di crisi l'ambiente cede il passo al Pil, un cavallo a cui non
si guarda in bocca. Tuttavia, la recente forte espansione del settore
mostra alcune debolezze di fondo.
Per
il BEG
(Bureau of Economic Geology)10
dell'università del Texas, i principali giacimenti degli USA, dopo
gli affrettati ottimismi iniziali, sarebbero in rapido esaurimento;
anche nel resto del mondo le eccessive valorizzazioni di borsa
appaiono più come una bolla che rispondenti a reali prospettive.11
A
ciò si aggiungano le forti perturbazioni connesse alla caduta del
prezzo del petrolio a barile voluto dall'Opec. Se esso continuasse a
tenersi al di sotto dei 50$/barile o poco oltre, i costi dello shale
negli Stati Uniti potrebbero non essere più convenienti e
concorrenziali.
Queste
difficoltà potrebbero ricadere negativamente sull'occupazione,
poiché "(...) negli stati che non hanno beneficiato di gas e
petroli da shale, l'occupazione a ottobre del 2014 era alquanto
inferiore rispetto al 2008. Tutta la crescita netta di occupati in
America (quasi un milione e mezzo) si è concentrata negli stati del
boom energetico."12
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I
numeri della crescita USA
- Pil. Crescita nel 3° trimestre a +5% rispetto al +4,6% registrato nel 2° trimestre. Su base annua la crescita è calcolata a +2,7%, un decimo in più rispetto a quanto calcolato nel trimestre precedente.
- Disoccupazione. Al 5,9%.
- Consumi. Spesa (sono la maggior fonte di attività economica degli Stati Uniti) rivista a +3,2%, dal +2.2% della precedente lettura.
- Investimenti aziendali. Aumentati a +8,%, dal +7,1% delle stime precedenti.
- Profitti aziendali. +2,8% rispetto al trimestre precedente e di +5,1% su base annuale.
- Scorte. Aumento a 82,2 miliardi di dollari, da 79,1 miliardi.
- Esportazioni. Rivista al rialzo, al 4,9%.
- Inflazione. Invariata a +1,5% su base annuale.[Dati estratti da un articolo di Marco Valsania del 23/12/2014, https://www.ilsole24ore.com]
- Investimenti. Al 17,3% del Pil come nel 2007; erano al 19,1% nel 2006.
- Deficit. Al 2,8% del Pil (chiusura dell'anno fiscale 30 settembre 2014).
- Debito pubblico. Al 105% del Pil. La discesa è attesa tra un paio di anni.[Dati estratti da Fabio Scacciavillani, Il Fatto Economico, 24/12/2014]
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Oltre il Quantitative easing
Nonostante
i pubblici proclami, il tandem Obama-Yellen è perfettamente
consapevole della precarietà della ripresa quando essa, pur non
scontando le fragilità poc'anzi esposte, non fosse sostanziata da
una riduzione delle disuguaglianze interne. Oltre al già citato
riferimento alla middle
class
da parte di Obama, più volte la Yellen si è espressa in tal senso.13
Solo la
crescita dei consumi delle classi più svantaggiate, e dalla recente
crisi e dalla precedente trentennale polarizzazione di redditi e
ricchezze verso il vertice più alto della piramide sociale, potrà
stabilizzare la ripresa nello sviluppo della domanda interna. A tale
scopo, in un contesto di propugnato contenimento della spesa pubblica
per ridurre il debito sovrano:
1. non dovrà
venir meno l'autonomia energetica, i relativi investimenti e la
connessa occupazione, nonché la derivante limitazione dell'import di
petrolio;
2. dovrà
consolidarsi la tendenza esportativa [vedi tabella], la quale ha
goduto di un dollaro svalutato (temporaneamente rispetto all'euro) e
permane un punto debole;
3. la
lievitazione dei valori borsistici dovrà essere tenuta sotto
controllo per non sboccare in repentini squilibri finanziari.
Negli
States
i lavoratori a salario minimo sono saliti a "circa
28 milioni di persone che guadagnano 7,25 dollari l’ora. È quella
lowerclass per la quale il presidente Obama sta battagliando per
portare il salario minimo a 10,10 dollari. Finora senza successo".14
Senza
un'adeguata crescita di redditi della lower class e della
middle class, della loro spesa a far da traino ad una domanda ed
investimenti interni allargati, la ripresa non si consoliderebbe e
l'eventuale ricorso al debito privato, sia interno che
internazionale, replicherebbe dinamiche già sperimentate in modo
catastrofico.
Gli Stati
Uniti sono in ripresa economica, ma non fuori dalla crisi.
1
Reportage del 20 gennaio 2015 sul 6° discorso di Obama sull'Unione.
In realtà il dato del 5% si riferisce solo alla crescita del Pil
relativa al terzo trimestre del 2014, rapportata al 2°.
2
Traducibile in "alleggerimento quantitativo". Consiste
nell'emissione di moneta da parte della Banca centrale (Fed) in
cambio di obbligazioni (Buoni del Tesoro e Titoli garantiti da
mutui).
3
Maria Teresa Cometto, Corriere Economia, 16/01/2015.
4
Vincenzo Comito, Il Manifesto, 28/12/2014.
5
Vincenzo Comito, Il Manifesto, 28/12/2014.
6
Federico Rampini, La Repubblica - Affari & Finanza, 20/10/2014.
7
Maria Teresa Cometto, Corriere Economia, 2/12/2013.
8
Fabrizio Goria, Corriere Economia, 23/06/2014.
9
Estrazione di metano e petrolio da argille friabili, tramite
fracking, ossia fratturazione idraulica.
10
Traducibile in: Ufficio studi di Geologia Economica.
11
A. Crow e F. Scacciavillani, il Fatto economico, 17/09/2014.
12
Fabio Scacciavillani, il Fatto Economico, 24/12/2014.
13
Federico Rampini, La Repubblica - Affari & Finanza, 20/10/2014.
14
Francesco Riccardi, Avvenire.it, 7/10/2014.
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