martedì 27 gennaio 2015

La ripresa statunitense

Riccardo Bernini - gennaio 2015
Messe a fuoco

La ripresa statunitense

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Successi ed incognite della ripresa negli Stati Uniti. Tra Presidenza e Parlamento. Gli obiettivi del tandem Obama-Yellen. Dopo il Quantitative Easing.

Il tandem Obama-Yellen
Secondo la comunicazione prevalente si deve prendere atto di un fatto evidente e sostanziato dai numeri: gli Stati Uniti sono in sostenuta ripresa e dimostrano che superare la crisi si può.
Salgono gli osanna al cielo e per la giornalista Rai a New York, Giovanna Botteri, il Pil cresce semplicemente del 5%!1 Pertanto, il presidente Obama, forte dei risultati ottenuti anche grazie al Quantitative easing2 della Fed, completato per complessivi 4.800 miliardi di dollari [vedi riquadro], con a capo prima Ben Shalom Bernanke e poi, dal 3 febbraio 2014, Janet Louise Yellen, prenderà misure a favore della middle class nord-americana così fortemente penalizzata dalla crisi negli anni appena trascorsi. Obama ha dichiarato: "L'ombra della crisi è passata e lo stato del paese è forte", come dimostrano gli 11 milioni di posti di lavoro in più e i numeri-record di universitari o di cittadini coperti dall'assicurazione medica.
Peccato, sottolinea la stessa giornalista, che l'annuncio giunga tardivo rispetto alle recenti elezioni di medio termine. Oramai in maggioranza sia al Senato sia al Congresso, i repubblicani saranno in grado di contrastare efficacemente i propositi presidenziali. Si annuncia un braccio di ferro non solo tra due partiti ma anche tra due poteri, la Presidenza e il Parlamento. La democrazia statunitense è chiamata ancora una volta a mostrare tutta la sua vitalità.
Su di essa, come in generale sulla necessità di contrappesi tra poteri istituzionali, sembrano non avere dubbi anche coloro che sostengono i patti tra Renzi e Berlusconi tesi a riformare lo Stato italiano in direzione opposta.
Poiché proprio dalla imitazione della politica del Quantitative easing (Qe) da parte della Bce di Mario Draghi, su cui ritornerò prossimamente, si attendono importanti stimoli alla crescita europea ed italiana, nonché la sperata ripresa economica, appare importante comprendere meglio sia il Qe sia la consistenza della ripresa USA.
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Il programma di Quantitative Easing
"A seguito della crisi economico-finanziaria del 2007, la Federal Reserve ha da subito messo in atto le classiche misure monetarie espansive, abbassando i tassi di interesse di riferimento del mercato monetario, che sono passati da 5,25% a zero. Questa mossa non sembrò essere sufficiente a tranquillizzare i mercati e a rilanciare l’economia. Per questo motivo, a partire dalla fine del 2008, la Fed ha promosso misure non convenzionali, che si sono concretizzate nell’acquisto titoli sui mercati secondari (Quantitative Easing – QE, anche detto Large Scale Asset Purchase – LSAP) (...). La banca centrale statunitense ha deciso di acquistare titoli garantiti da ipoteche (Mortgage-backed securities, MBS) e titoli pubblici (Treasuries).
Il programma si è articolato in almeno quattro fasi distinte:
  • Il QE1 è partito nel 2008 con l’acquisto di 100 miliardi di dollari di debito di imprese private con supporto governativo (quali Fannie Mae e Freddie Mac) e 500 miliardi di MBS; pochi mesi dopo, il programma è stato ampliato quantitativamente e qualitativamente, con l’acquisto di 300 miliardi di Treasuries a lungo termine. Il QE1 ha avuto termine all’inizio del 2010;
  • Gli acquisti di titoli sono ripartiti nel novembre del 2010 (QE 2). Nel 2011, con l’operazione Twist, la banca centrale statunitense ha modificato la composizione del suo portafoglio, vendendo titoli a breve e acquistando titoli a lungo termine; l’obiettivo era quello di diminuire i tassi di interesse a lungo termine rispetto a quelli a breve.
  • Nel settembre 2012 è stata approvata la terza ondata di acquisti (QE 3): a differenza di QE 1 e QE 2, la Fed non ha stabilito l’ammontare di titoli da comprare, ma il ritmo degli acquisti, pari a 40 miliardi di MBS al mese.
Dopo pochi mesi la Fed ha deciso anche di acquistare Treasuries a lungo termine pari a 45 miliardi al mese senza sterilizzazione (QE 4)."
[da Stefano Corso, Un bilancio del Quantitative Easing della Fed, 3/06/2014. https://www.finriskalert.it/?p=1128]
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Dati visti da vicino
Tutti i dati macroeconomici sembrano confermare la tendenza positiva: dalla crescita sostenuta del Prodotto interno lordo, dei consumi, degli investimenti e profitti aziendali, delle stesse esportazioni, alla riduzione della disoccupazione al di sotto della soglia del 6%, all'inflazione minima e controllata, all'andamento di Borsa. [Vedi riquadro.]
In verità il volo dell'indice Dow Jones della borsa di New York oltre "quota dei 18.000 punti" un primo momento di apprensione lo crea. Ancora scottati dai crack finanziari che hanno dato il via ai "sette anni di vacche magre", le performances borsistiche non sono più viste con l'entusiasmo di un tempo.
Anche altri risvolti inducono a calmare le eccitazioni. Visti da vicino i dati mostrano molte contraddizioni. Il tasso di partecipazione al lavoro degli americani è sceso al 62,7%, il minimo dal 1978 (era il 66% nel 2008). Nelle statistiche figurano solo i richiedenti lavoro non occupati. Sfuggono al calcolo ufficiale:
- i cosiddetti scoraggiati (2,3 milioni hanno di recente rinunciato a cercare lavoro) e i "rifugiati" nella invalidità;
- i 7 milioni di persone o in galera o ristrette nei movimenti;
- i 6,8 milioni di lavoratori part-time (tra cui anche chi richiede un lavoro a tempo pieno).3
Anche la dinamica interna mostra contraddizioni, giacché aumentano i nuovi posti o per le fasce molto basse o per quelle molto alte " (...) tra il 2007 e il 2012 il numero dei manager del comparto industriale è aumentato dei 387.000 unità, mentre quello degli impiegati è diminuito di circa 2 milioni."4 Sarebbero i frutti non governati dei processi di automazione.
A proposito delle disuguaglianze, si riscontrano due fenomeni: i salari americani continuano ad essere molto più bassi di quelli tedeschi ed aumentano poco più dell'inflazione; 400 persone più ricche posseggono di più dei 180 milioni di più poveri.5
I consumi sono cresciuti a causa dell'Obamacare medico e mostrano qualche problema di tenuta per il futuro.
Alla soddisfazione per l'aumento dei laureati fa da contraltare la preoccupazione per l'alto livello del debito contratto dagli studenti per accedere ai costosi studi universitari.6
Piuttosto bassi sono considerati i livelli d'investimento che non potranno avvalersi della spinta indotta da incrementi della spesa pubblica, in particolare di quella militare. Se non ci saranno ripensamenti, la contrazione dell'enorme budget della difesa proseguirà in futuro sulla scia del calo dai 600.4 miliardi del 2013 ai 582 miliardi del 2014.
Borsa, gas e petroli da shale, occupazione
Sul raddoppio dei valori di borsa, rispetto ad una crescita del debito federale del 48%, già si sollevarono dubbi a fine 2013.7 A giugno del 2014 vengono segnalate tre bolle nascoste (immobiliare, borsa di Wall Street e Social Media) e il rischio derivante dal Qe che ha riempito la pancia della Fed di bond (Treasuries, buoni del tesoro) e di Mortgage-backed security (titoli garantiti da mutui) per 4.340,904 miliardi di dollari, quando a settembre del 2008 erano "appena" 925,725 miliardi di dollari.8
Accanto alla straordinaria lievitazione dei valori di borsa, in direzione della quale sembra essersi indirizzata gran parte della liquidità a basso costo garantita dal Qe, occorre prestare un'attenzione particolare all'autonomia energetica americana derivante da shale gas and oil.9
In tempi di crisi l'ambiente cede il passo al Pil, un cavallo a cui non si guarda in bocca. Tuttavia, la recente forte espansione del settore mostra alcune debolezze di fondo.
Per il BEG (Bureau of Economic Geology)10 dell'università del Texas, i principali giacimenti degli USA, dopo gli affrettati ottimismi iniziali, sarebbero in rapido esaurimento; anche nel resto del mondo le eccessive valorizzazioni di borsa appaiono più come una bolla che rispondenti a reali prospettive.11
A ciò si aggiungano le forti perturbazioni connesse alla caduta del prezzo del petrolio a barile voluto dall'Opec. Se esso continuasse a tenersi al di sotto dei 50$/barile o poco oltre, i costi dello shale negli Stati Uniti potrebbero non essere più convenienti e concorrenziali.
Queste difficoltà potrebbero ricadere negativamente sull'occupazione, poiché "(...) negli stati che non hanno beneficiato di gas e petroli da shale, l'occupazione a ottobre del 2014 era alquanto inferiore rispetto al 2008. Tutta la crescita netta di occupati in America (quasi un milione e mezzo) si è concentrata negli stati del boom energetico."12
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I numeri della crescita USA
  • Pil. Crescita nel 3° trimestre a +5% rispetto al +4,6% registrato nel 2° trimestre. Su base annua la crescita è calcolata a +2,7%, un decimo in più rispetto a quanto calcolato nel trimestre precedente.
  • Disoccupazione. Al 5,9%.
  • Consumi. Spesa (sono la maggior fonte di attività economica degli Stati Uniti) rivista a +3,2%, dal +2.2% della precedente lettura.
  • Investimenti aziendali. Aumentati a +8,%, dal +7,1% delle stime precedenti.
  • Profitti aziendali. +2,8% rispetto al trimestre precedente e di +5,1% su base annuale.
  • Scorte. Aumento a 82,2 miliardi di dollari, da 79,1 miliardi.
  • Esportazioni. Rivista al rialzo, al 4,9%.
  • Inflazione. Invariata a +1,5% su base annuale.
    [Dati estratti da un articolo di Marco Valsania del 23/12/2014, https://www.ilsole24ore.com]
  • Investimenti. Al 17,3% del Pil come nel 2007; erano al 19,1% nel 2006.
  • Deficit. Al 2,8% del Pil (chiusura dell'anno fiscale 30 settembre 2014).
  • Debito pubblico. Al 105% del Pil. La discesa è attesa tra un paio di anni.
    [Dati estratti da Fabio Scacciavillani, Il Fatto Economico, 24/12/2014]
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   Oltre il Quantitative easing
   Nonostante i pubblici proclami, il tandem Obama-Yellen è perfettamente consapevole della precarietà della ripresa quando essa, pur non scontando le fragilità poc'anzi esposte, non fosse sostanziata da una riduzione delle disuguaglianze interne. Oltre al già citato riferimento alla middle class da parte di Obama, più volte la Yellen si è espressa in tal senso.13
   Solo la crescita dei consumi delle classi più svantaggiate, e dalla recente crisi e dalla precedente trentennale polarizzazione di redditi e ricchezze verso il vertice più alto della piramide sociale, potrà stabilizzare la ripresa nello sviluppo della domanda interna. A tale scopo, in un contesto di propugnato contenimento della spesa pubblica per ridurre il debito sovrano:
1. non dovrà venir meno l'autonomia energetica, i relativi investimenti e la connessa occupazione, nonché la derivante limitazione dell'import di petrolio;
2. dovrà consolidarsi la tendenza esportativa [vedi tabella], la quale ha goduto di un dollaro svalutato (temporaneamente rispetto all'euro) e permane un punto debole;
3. la lievitazione dei valori borsistici dovrà essere tenuta sotto controllo per non sboccare in repentini squilibri finanziari.
   Negli States i lavoratori a salario minimo sono saliti a "circa 28 milioni di persone che guadagnano 7,25 dollari l’ora. È quella lowerclass per la quale il presidente Obama sta battagliando per portare il salario minimo a 10,10 dollari. Finora senza successo".14
Senza un'adeguata crescita di redditi della lower class e della middle class, della loro spesa a far da traino ad una domanda ed investimenti interni allargati, la ripresa non si consoliderebbe e l'eventuale ricorso al debito privato, sia interno che internazionale, replicherebbe dinamiche già sperimentate in modo catastrofico.
   Gli Stati Uniti sono in ripresa economica, ma non fuori dalla crisi.

1 Reportage del 20 gennaio 2015 sul 6° discorso di Obama sull'Unione. In realtà il dato del 5% si riferisce solo alla crescita del Pil relativa al terzo trimestre del 2014, rapportata al 2°.
2 Traducibile in "alleggerimento quantitativo". Consiste nell'emissione di moneta da parte della Banca centrale (Fed) in cambio di obbligazioni (Buoni del Tesoro e Titoli garantiti da mutui).
3 Maria Teresa Cometto, Corriere Economia, 16/01/2015.
4 Vincenzo Comito, Il Manifesto, 28/12/2014.
5 Vincenzo Comito, Il Manifesto, 28/12/2014.
6 Federico Rampini, La Repubblica - Affari & Finanza, 20/10/2014.
7 Maria Teresa Cometto, Corriere Economia, 2/12/2013.
8 Fabrizio Goria, Corriere Economia, 23/06/2014.
9 Estrazione di metano e petrolio da argille friabili, tramite fracking, ossia fratturazione idraulica.
10 Traducibile in: Ufficio studi di Geologia Economica.
11 A. Crow e F. Scacciavillani, il Fatto economico, 17/09/2014.
12 Fabio Scacciavillani, il Fatto Economico, 24/12/2014.
13 Federico Rampini, La Repubblica - Affari & Finanza, 20/10/2014.
14 Francesco Riccardi, Avvenire.it, 7/10/2014.


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