domenica 5 maggio 2019

Greta, quelle treccine si scioglieranno

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In contemporanea con la protesta di piazza arrabbiata dei gilets jaunes francesi contro il loro presidente, sui teleschermi compare il volto pulito di una sedicenne svedese, Greta Thunberg, che parla ai potenti tutti.
Gli uni iniziano il loro movimento in opposizione alle misure “ecologiche” di Emmanuel Macron che annuncia la riduzione degli sgravi fiscali sui diesel e sulla benzina, per favorire le auto elettriche. Sono politicamente scorretti, benché socialmente giustificabili (a posteriori).
Greta inizia la sua protesta marinando la scuola per un impegno moralmente e culturalmente superiore: la salvezza del pianeta dal surriscaldamento globale. Benché disubbidiente, è politicamente corretta (a prescindere).
I giubbotti gialli evidenziano la distanza tra le loro vite quotidiane periferiche, alle quali l'auto puzzolente è necessaria per ogni spostamento, e quelle di una élite privilegiata che vive e lavora nel centro di Parigi, nell'Île-de-France, la zona più ricca del Paese. Ci sono voluti molti sabati per farsi ascoltare.
Invece, la sedicenne svedese in un battibaleno è invitata a parlare in aule congressuali e parlamentari, a diretto colloquio con leaders e presidenti in attento ascolto. I tamburi mediatici non temono lo sciopero del venerdì degli adolescenti per il clima, da lei invocato, anzi quasi lo caldeggiano.
Sembrano due mondi agli antipodi: dalle sparse periferie muovono i gilets jaunes, una moltitudine, mentre la “ragazzina con le treccine”, da sola, si trova subito al centro, paternamente adottata dai vertici dell'establishment. Eppure, fossi nei panni dei battitori di tamburi non sarei così tranquillamente persuaso che tutto filerà liscio.
È vero, l'uso mediatico di Greta raccoglie simpatia popolare attorno al politicamente corretto dell'ecologismo perbene, permettendo al cosmopolitismo di sostenere “dalla-globalizzazione-non-si-può tornare-indietro!”, proprio ora che si deve far fronte al problema globale dell'ambiente.
Anche i ruoli in commedia sembrano quelli giusti.
Infatti, una volta agitato il drappo rosso del clima, si è scatenato il toro sovranista alla Trump. Greta è stata derisa ed accusata di essere manipolata sin da quando ogni venerdì, puntualmente, si presentava davanti al Riksdag, il parlamento svedese, con lo slogan “Skolstrejk för klimatet” (sciopero scolastico per il clima).
Lanciandosi alla carica i negazionisti hanno trovato modo di smentire non solo che siano le attività umane a generare il surriscaldamento globale, o a contribuirvi in notevolissima misura, ma addirittura che il fenomeno esista.
Ciò nonostante, quanto tempo impiegheranno i giovani chiamati alla protesta per comprendere quanto siano superficiali e false le analisi sui motivi del grave malessere ecologico in cui versa il pianeta? Quanto ci vorrà per scoprire il bluff dell'ecologismo perbene delle élites globaliste?
Forse, più di un breve periodo perché è faticoso andare alle radici del rapporto città-campagne. Per comprendere cosa significhi sul piano ambientale la distruzione delle economie contadine del Sud del mondo. Là dove gli oligopoli nord-occidentali dominano acque, sementi, ogm, veleni chimici ed infine il cibo, massimizzando i loro profitti. Per comprendere il derivante problema delle grandi migrazioni e quale sia la soluzione.
Poco tempo, forse, per capire quanto sia ipocrita denunciare l'invasione della plastica (vedi campagna Sky), allorché nulla si tenta e si fa contro tutta una produzione plastica, derivata da petrolio, che implementa tutte le nostre merci, auto elettriche comprese, e sistematicamente le avvolge alla vendita. Altro che regole sui sacchetti della spesa!
Assai poco per mettere a confronto alcuni dati rintracciabili sul Web.
Per esempio, quelli che evidenziano quanto danno arrecano all'ambiente le grandi navi da crociera o l'esponenziale incremento del trasporto aereo, alla efficienza del quale si vorrebbe contrapporre l'inefficienza del trasporto in auto con motore a scoppio, come se le due cose si escludessero vicendevolmente, invece di sommarsi.
Per esempio, quei dati che dimostrano che venti cargo navali di containers, del tipo di quelli usati dalla multinazionale del filantropo Elon Musk, inquinano più di tutte le auto del mondo.
Quando avverrà, i giovani seguaci di Greta incontreranno coloro, come i gilets jaunes, che non credono alla filastrocche ecologiche del potere, avendo a cuore il futuro del pianeta.
Ben presto Greta sarà costretta a sciogliere le sue trecce per diventare donna.

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