lunedì 16 maggio 2016

Appendice 1 - Uno strano 2013

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Sovranità a referendum - Appendice 1 
Dalle elezioni politiche al governo Renzi. 
Cronologia commentata degli eventi. 

  • 24 e 25 febbraio 2013 – Elezioni politiche nazionali in base alla legge Calderoli, detta Porcellum. La coalizione di centro-sinistra di Pier Luigi Bersani ottiene alla Camera il 29,55% (345 deputati su 630) contro la coalizione di centro-destra di Silvio Berlusconi al 29,18% (125/630) ed il M5S (senza coalizione) al 25,56% (109/630). Ma al Senato può contare solo su 123 seggi su 315, contro i 117 del centro-destra e i 54 del M5S. Pertanto, Bersani non dispone di una base parlamentare in entrambe le camere sufficiente a reggere un proprio governo.
  • Febbraio-marzo 2013 – Dal giro di consultazioni e confronti emerge l'impossibilità di un'alleanza tra PD e M5S per dare vita ad una maggioranza governativa. Né l'uno né l'altro la vogliono.
  • 19 aprile 2013 – Sono in corso le votazioni per l'elezione del Capo dello Stato. A seguito della bocciatura delle candidature i Franco Marini e, soprattutto di Romano Prodi (defezione dei 101), Bersani si dimette da segretario del PD.
  • 20 aprile 2013 – Rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica con il voto di tutti, tranne di M5S, SEL e Fratelli d'Italia.
  • 28 aprile 2013 – Incaricato da Napolitano, Enrico Letta vara il “governo delle larghe intese”. Emarginata SEL, rotta la coalizione elettorale risultata prima ed incassato il premio di maggioranza, l'esecutivo di Letta si avvale, oltre al PD, dell'appoggio interno ed esterno di varie formazioni di centro e centro-destra risultate “perdenti”.
  • 27 Novembre 2013 – Berlusconi, in applicazione della legge Severino, viene dichiarato decaduto dal seggio del Senato. Nel mese si consuma la scissione in seno al Partito della Libertà, da cui si stacca il Nuovo Centro Destra di Alfano, che rimane al governo. La rinata Forza Italia si proclama all'opposizione.
  • 4 dicembre 2013 - La Corte costituzionale boccia il Porcellum, in base al quale il Parlamento era stato eletto a febbraio. Depurato dal premio di maggioranza e dalle liste di “nominati”, resta in vigore un sistema elettorale puro con voto di preferenza.
  • 8 dicembre 2013 – Il PD ha un nuovo segretario: Matteo Renzi. È risultato il più votato con il 67,6% su più di 2.800.000 partecipanti a “primarie” di partito. Ai congressi di circolo (poco meno di 300.000 votanti) Renzi aveva ottenuto il 45,3%, seguito da Gianni Cuperlo al 39,4%.
  • 18 gennaio 2014 – Patto del Nazareno tra il PD di Renzi e FI di Berlusconi. Non riguarda il governo ma la riforma costituzionale (del Senato e del Titolo V) e del sistema elettorale.
  • 22 febbraio 2014 – Il governo Renzi succede al governo Letta.
Notoriamente, a seguito dei dissidi sull'elezione a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella, nel febbraio 2015, il Patto del Nazareno viene sciolto da Silvio Berlusconi. Da lì in poi Forza Italia subisce uno “sfilacciamento” che porterà il gruppo parlamentare di Verdini (ALA) ad appoggiare dall'esterno il governo.
***
Nel novembre del 2012 Bersani, al ballottaggio delle primarie di coalizione, aveva distanziato Renzi di ben 22 punti percentuali. Grazie al Porcellum il centro-sinistra da lui capeggiato, ottiene un premio di maggioranza enorme, visto che rimase al di sotto del 30% dei voti. Ma la legge Calderoli prevedeva che il premio di maggioranza, al Senato, fosse applicato su base regionale. Disponendo di soli 123 senatori su 315, Bersani si ritrovò bloccato. Tuttavia, viene messo veramente “fuori gioco” da una manovra di Palazzo, quando 101 franchi tiratori del suo partito affondano la candidatura di Prodi e aprono la via alla rielezione di Napolitano.
Le larghe intese raggiunte per il reinsediamento di Napolitano forniscono anche la base per procedere alla formazione del governo Letta, sulla quale convergono buona parte dei “vincenti” e dei “perdenti”, nonostante il maggioritario promettesse esattamente il contrario, ossia la fine degli “inciuci”.
Tuttavia, la concatenazione degli eventi non trova un assesto stabile fino alla elezione di Renzi alla guida del PD, con “primarie” di partito svolte con criteri accomodati ad hoc sul momento e “aperte”.
Giusto il tempo di contrarre il Patto del Nazareno e, nel giro di un mese, Letta viene scaricato da Renzi, che, Napolitano appena reinsediato, diviene primo ministro senza aver mai affrontato una prova elettorale, non deputato egli stesso.
Il Patto del Nazareno verte su temi istituzionali rispetto ai quali le due forze contraenti si erano presentate agli elettori su posizioni antitetiche, salvo poi ritrovarsi in sintonia (con Renzi al posto di Bersani) e in un ambito dal quale viene escluso l'emergente M5S, il terzo incomodo.
In conclusione, Renzi può disporre di una maggioranza parlamentare garantita, alla Camera, dal premio di maggioranza ottenuto dal PD di Bersani in base ad un programma e ad una coalizione presto abbandonati, e, al Senato, da una parte degli eletti nel centro-destra sulla base di un programma e in una coalizione presentatasi come alternativa.
Miracoli della “mediazione istituzionale”.

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