Riccardo Bernini - aprile 2015
Gramigna Pianta infestante. Può essere usata a scopi terapeutici
Palude[Clicca sul titolo se vuoi scaricare l'articolo in formato PDF.]
(ANSA) - ROMA, 21
APR - "Da anni diciamo che è una priorità cambiare la legge
elettorale. Fermarsi oggi significherebbe consegnare l'intera classe
politica alla
palude
e dire che anche noi siamo uguali a tutti quelli
che in questi anni si sono fermati prima del traguardo. Ma no, noi
non siamo così". Così Matteo Renzi su Facebook: "Avanti,
su tutto!", afferma.
In
una frase c'è tutto il verbo renziano: il cambiamento, a prescindere
dai contenuti; l'urgenza pratica, per non fare come i predecessori
(rottamati?); infine, la minacciosa alternativa: consegnare l'intera
classe politica alla “palude”. Dio non voglia una simile
sciagura!
Senonché,
alla parola “palude” ho avuto un improvviso amarcord.
Rivoluzione
francese: Convenzione Nazionale (20 Settembre 1792 - 26 Ottobre
1795).
Negli
anni precedenti, all'interno del Terzo Stato nell'Assemblea
costituente si erano venute differenziando posizioni che, in
relazione ai posti occupati rispetto al presidente dell'assemblea,
furono definite di “destra” e di “sinistra”. Alla successiva
Assemblea Legislativa venne alla luce il “centro”. A
quest'ultimo, proprio nella Convenzione, fu poi dato l'appellativo di
“palude”. Motivo? Per la propensione dei delegati di quell'area
ad assecondare il potente di turno, con tutto l'opportunismo ed il
trasformismo necessario al nobile scopo.
In
questa legislatura sono ormai numerosi i “traslochi” di singoli e
gruppi, attratti dalla confortevole gravità del “centro”
governativo. Su tutti primeggia quello “invisibile” all'interno
del PD, dalla corrente di Bersani, in cui furono nominati ed eletti,
a quella di Renzi.
Sicché,
se per adesione alla “palude” s'intende la propensione
trasformistica a salire sul carro del vincitore, è proprio nella
maggioranza parlamentare che va individuata. Qualsiasi sia la critica
agli oppositori, bersaniani o meno, certo non può venire loro
attribuito il tradimento degli impegni presi in campagna elettorale e
la conversione verso la “palude” del “centro” governativo.
Eppure,
rovesciando ancora una volta il significato delle parole, Renzi
etichetta proprio costoro di essere la “palude” in cui verrebbero
ad impantanarsi i troppo a lungo attesi cambiamenti, di cui egli,
extra-parlamentare (!), si fa pragmatico portatore.
Se
non fosse che da Berlusconi in poi la politica istituzionale è
diventata, emulando l'economia, una specie di marketing commerciale,
per cui alla costruzione di un qualsivoglia progetto o programma
viene preferita la somma di quote di mercato, da ottenere blandendo
preconcetti e ammiccando “a tutto campo”, si potrebbe gridare ad
una stupefacente novità.
Dobbiamo
comunque ammettere che se era difficile orientarsi seguendo le
tradizionali lateralizzazioni di “destra” e “sinistra”, ora
abbiamo ben chiaro cosa s'intenda per “centro”, un luogo di
potere in cui chiamare a raccolta tutto il meglio della nostra
politica e unirla (finalmente!) in una grande partito della Nazione.
Peccato
che la “Nazione”, quella democratica e sovrana, nel frattempo sia
scomparsa. Se “lo vuole l'Europa”... ci resterà, in sua vece, il
nazionalismo che “affonda i barconi prima che prendano il largo”...
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