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Francia, 1957, estratti da un discorso di
Pierre Mendès-France all'Assemblea nazionale
Pierre Mendès-France (1907-1982)nume tutelare del socialismo francese |
I nostri partners (europei) vogliono conservare il vantaggio commerciale che hanno su di noi determinato dal loro ritardo in materia sociale. La nostra politica deve continuare a resistere costi quel che costi, per non costruire l'Europa nella regressione a detrimento della classe operaia. […]
È
previsto che il Mercato comune comporti la libera circolazione dei
capitali. Se l'armonizzazione delle condizioni concorrenziali non è
realizzata e se, come attualmente, è più vantaggioso installare una
fabbrica o costruire una data produzione in altri paesi, questa
libertà di circolazione dei capitali condurrà a un esodo dei
capitali francesi.[...]
I
capitali hanno la tendenza a lasciare i paesi socializzanti e la loro
partenza esercita una pressione nel senso dell'abbandono di una
politica sociale avanzata. Si sono visti casi recenti dove governi
stranieri hanno avversato progetti di leggi sociali insistendo sul
fatto che la loro adozione provocherebbe delle fughe di capitali. […]
L'abdicazione
di una democrazia può prendere due forme, sia il ricorso a una
dittatura interna attraverso il conferimento di tutti i poteri a un
uomo della provvidenza, sia la delega di questi poteri a una autorità
esterna, la quale, in nome della tecnica, eserciterà in realtà il
potere politico, giacché in nome di una sana economia si viene
facilmente a dettare una politica monetaria, di bilancio, sociale, in
definitiva “una politica”, nel senso più largo della parola,
nazionale ed internazionale.1
1
Pezzo tratto da Fédéric Lordon, “La Malfaçon” - Monnaie
européenne et souveraineté démocratique – Babel 2014. Pagg.
136-137. Traduzione mia.
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