Riflesso
condizionato
È
stato veramente Assad ad usare armi chimiche (gas nervino o al cloro)
contro la popolazione civile a Goutha, in Siria?
Come
nel caso Skripal, con Putin nella veste di imputato, cosa sia
veramente successo, quale sia la verità, non importa e non deve
importare.
Oramai
da lunga pezza non è più questione di fare argine comune contro il
comunismo. Tuttavia, i nostri principali alleati non riescono a
vivere senza nemici, né armamenti, né ricorso sistematico alla
forza. Una minaccia va comunque trovata, altrimenti come innescare il
riflesso pavloviano in tutto l'Occidente? Meglio se proviene da Est,
come ai bei tempi. C'est plus
facile!
Ciò
che importa è da che parte stai: se con gli Usa, il Regno Unito e la
Francia o con la Russia, l'Iran, la Siria. Quando l'Occidente chiama
ti sono concessi tuttalpiù buoni auspici. Libero di pensarla come
vuoi sui destini del mondo o sulla filosofia della pace, ma la
decisione è se ti allinei o no, se concedi le tue basi o no, se te
ne freghi della tua Costituzione o no.
The
Donald
può essere il leader
più criticabile, ma se sancisce come presidente degli Stati Uniti
che Assad uccide col gas il proprio popolo e va dunque punito
somministrando alla Siria un'adeguata dose di materiale esplosivo,
questa è la Veritàaaa conclamata, dalla quale sgorga una punizione
tanto giusta quanto inoppugnabile.
È
il riflesso condizionato al quale rispondono buona parte dei
commentatori sui mass-media italiani in questi giorni, ma anche di
qualche esperto e professore universitario. Come i cani di Pavlov
salivano al solo suono della campanella, anche se il cibo non c'è...
Fa loro compagnia la segreteria reggente del PD che mostra una
preoccupante disponibilità gregaria all'avventura bellica comunicata
al mondo con un tweet.
Mentre i “populisti” vincitori il 4 marzo si trovano in bilico
tra la conferma delle alleanze e l'interesse nazionale e popolare a
“restarne fuori”.
Racconti
discutibili
Eppure
dei fatti dovremmo parlare, con l'aggiunta di qualche minimo
ragionamento.
Giacché
Obama aveva promesso che se Bashar al-Assad avesse usato armi
chimiche, gli USA sarebbero intervenuti direttamente, nell'agosto del
2013 il governo di Damasco, assalito da un irrefrenabile impulso
autodistruttivo, decide di farne uso a Ghouta, proprio in una zona
controllata dai ribelli. Poi si scoprì che gli “animali”
assassini furono in realtà le milizie jihadiste, col sostegno di
Erdogan.
Nell'aprile
del 2017 una bomba sganciata dall'aviazione siriana a Khan Sheikhoun
cadde su un deposito di armi chimiche arrivate ai jihadisti anche
grazie ai buoni uffici di Hillary Clinton, allora segretario di
Stato. L'ONU a fine 2014 aveva annunciato che il territorio siriano
era bonificato da armi chimiche. Fatti che non impedirono a Trump di
lanciare 59 missili Tomahawak su una base siriana.
Ad
un anno di distanza siamo di nuovo di fronte ad un atto
autolesionista di al-Assad, visto che gli Stati Uniti avevano appena
annunciato per bocca di Trump di volersi disimpegnare dalla Siria.
I
più seri e circostanziati dubbi su chi ha gettato il gas assassino
dovrebbero essere fugati da quanto affermano i “caschi bianchi”,
patrocinati dai benefattori sauditi (gli stessi che fomentano lo
jihadismo), impegnati a bombardare le popolazioni civili nello Yemen
contro i ribelli sciiti, ma della cui “animalità” non si parla,
preferendo dire di quanto siano bravi ora che concedono alle loro
donne persino il diritto di guidare l'automobile!
In
attesa che l'amico Macron ci fornisca le prove del crimine di
al-Assad di cui dice di disporre, sperando non voglia imitare Colin
Powell, sarebbe il caso di capire perché la verità non importi.
Ragioni
“superiori”
Le
ragioni che spingono allo scontro bellico, alla temuta escalation
tra
opposti egemonismi, sono diverse, convergenti e “superiori” alla
morale della verità.
Innanzitutto,
le potenze occidentali non vogliono riconoscere la sconfitta ed
accettare il tavolo di pace, a cui partecipa invece la Turchia.
Volevano rovesciare al-Assad, isolare l'Iran, escludere la Russia dal
Medio Oriente, rafforzare i reami e le dittature arabo-sunnite,
nonché Israele. Hanno ottenuto esattamente il contrario e la
situazione in Iraq e Libia non promette successi. In Medio Oriente, a
causa della guerra siriana, l'espansionismo occidentale subisce uno
stop paragonabile a quello subito in Ucraina sul fronte Est europeo
ed in Corea, sul versante del Pacifico. Non a caso stop concomitanti.
Anche
Israele disconosce la sconfitta. Non contenta di continuare ad
occupare le alture siriane del Golan e di reprimere la popolazione
palestinese, smania di muovere guerra all'Iran, coinvolgendo la Nato.
In
secondo luogo, a rendere ininfluente la verità è la “superiore”
necessità di riaffermare la supremazia del Pentagono e
dell'intelligence
sulle decisioni “strategiche” degli Stati Uniti, qualsiasi sia
l'intenzione del loro presidente, tanto più se Trump è tenuto sulla
graticola del Russiagate.
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